Inizialmente per i bambini il “diritto” era solo un omino che camminava sempre ritto in piedi. Per la maestra quindi è apparso da subito importante lavorare sulla distinzione fra “bisogno” e “piacere”. E ha deciso di farlo creando un gioco da tavolo insieme ai suoi allievi.
Nel gioco i bambini tendevano a voler prima di tutto soddisfare i piaceri (piscina, palloncini, ecc.). Grazie a una serie di racconti dove ai personaggi vengono negati una serie di bisogni, e questi finiscono per rivoltarsi, la concezione del diritto è evoluta in un qualcosa che occorre per vivere felice. Soraya ha percepito un segnale chiaro del cambiamento quando Francesco, un allievo, ha affermato che è un suo diritto quello di guardare la televisione. I suoi compagni hanno infatti risposto: “a noi piace guardare la TV, ma questo è un piacere non un nostro bisogno, ne possiamo fare a meno, quindi non è un nostro diritto”. Educare i bambini a tematiche complesse è possibile!
Nella video-intervista la docente Soraya racconta in dettaglio l’esperienza vissuta nell’ambito di questo suo progetto scolastico.
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